Il professore, l'”amico” sicario e un ottimo (ma lui solo) Abatantuono

In Cinema

“Un nemico che ti vuole bene” dello svizzero Dennis Rabaglia, è un thriller che parte da un fatto vero, l’incontro notturno tra uno stimato docente e un malavitoso ferito, cui salva la vita: in cambio, il killer gli promette che toglierà di mezzo un suo nemico a scelta. Segue crisi etica dell’intellettuale, che si scopre parecchio peggiore di quanto credesse. Diego regge bene il gioco, non altrettanto il giovane Antonio Folletto (star della serie “Gomorra”) e vari personaggi di contorno (Catania, Ghini, la Milo)

Che cosa manca al cinema italiano per arrivare finalmente a offrire un film di genere di buona qualità? Non sono le idee, che quelle, nel raccontare storie, non ci sono mai mancate. Non sono i buoni attori, anche se ancora ci si affida a mostri sacri e professionisti consumati, per colmare il buco di nuove leve sfornate in serie con lo stampino della fiction tv. No, quello che continua inesorabilmente a mancarci è il coraggio, la sicurezza e la spensieratezza per provare a uscire dal comodo stereotipo della commedia dell’arte a tutti i costi, e osare confrontarsi con chi certi film li ha sempre fatti meglio di noi.

Non fa eccezione, ed è un vero peccato, Un nemico che ti vuole bene, del regista italo-svizzero Dennis Rabaglia, già dietro la macchina da presa nel 2000 per Azzurro con Paolo Villaggio. È un peccato perché Diego Abatantuono, nei panni del protagonista (oltre che co-sceneggiatore), accantonati gli eccessi macchiettistici che pure ne hanno fatto la fortuna, si conferma attore maturo e di livello internazionale, capace di alternare registri e sfumature come solo i grandi sanno fare. Ma, attorno a lui (con la parziale eccezione di un Massimo Ghini eternamente condannato al ruolo del borghese viscido, al pari di Antonio Catania), c’è un deserto di caratteristi all’italiana o presunti tali, di cui davvero non si sente o non si dovrebbe sentire più il bisogno. A cominciare dal suo partner, il belloccio Antonio Folletto, ‘o Principe nella seconda stagione di Gomorra – La Serie, anche qui nei panni di uno dei sicari mafiosi meno credibili e carismatici nella storia della cinematografia.

Già, perché quasi lo si dimenticava: Un nemico che ti vuole bene è, o dovrebbe essere, una sorta di giallo, quasi un thriller, almeno a giudicare dall’idea (tratta da una storia vera, a sentire il regista) che dà il “la” alla vicenda. In una notte buia e tempestosa, il docente universitario Enzo Stefanelli salva la vita a un killer professionista ferito sul lavoro, e questi in cambio gli promette che toglierà di mezzo un suo nemico a scelta, chiunque esso sia. Poco a poco, il giovane sicario diventerà una presenza costante e ossessiva nella vita del professore, spingendolo a interrogarsi per la prima volta sulla natura delle persone che lo circondano.

Fin qui tutto bene. Anzi, raccontata così, alla Collateral di Michael Mann, con l’omicida seriale che si scopre umano e l’uomo comune che si scopre un po’ assassino, la trama pare ricca di spunti decisamente interessanti. E invece no: “Alla fine siamo arrivati alla commedia nera, o più precisamente alla black comedy tipica del cinema inglese, in Italia quasi sconosciuta, ha dichiarato Rabaglia. Peccato che proprio lui, col suo stile televisivo e traballante, faccia ben poco per portare aiuto alla causa, tanto che alla fine di nero c’è solo l’umore dello spettatore davanti ai titoli di coda. Non per l’impressione di aver visto un brutto film, per carità, ma per la sensazione di aver assistito all’ennesima occasione persa, sacrificata sull’altare delle stesse facce di sempre (c’era davvero bisogno di scongelare Sandra Milo?), le stesse battute, le stesse immagini (a proposito: perché ambientare un film “dai toni invernali” a Bari, per giunta senza poi valorizzare minimamente la location?) di sempre.

Così, mentre altrove ormai anche il prodotto televisivo ha uno stile cinematografico e un’autorialità di valore riconoscibile dalle prime inquadrature, sul suolo nostrano il cinema di genere continua inesorabilmente a esser schiavo di un taglio alla Montalbano (quando va bene) o alla Don Matteo. Un nemico che ti vuole bene è un film insipido, ingiudicabile nella sua escalation di pigrizia fino a un finale frettoloso e sbilenco. A vederlo come punto di partenza, ci sarebbe se non altro da premiarne le buone intenzioni. Ma l’arrivo, con buona pace di Rabaglia e delle sue roboanti e pretenziose dichiarazioni d’intenti, di questo passo resta ancora molto, molto lontano.

Un nemico che ti vuole bene di Dennis Rabaglia, con Diego Abatantuono, Antonio Folletto, Massimo Ghini, Antonio Catania, Sandra Milo, Gisella Donadoni, Roberto Ciufoli, Ugo Conti.

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