Nel suo secondo film da regista, “L’homme fidele”, il 35enne attore parigino gioca a sminuire il suo carisma, il suo sex appeal, per non trasformare in una facile fantasia maschile il menage à trois in cui si trova con Laetitia Casta e la giovane Lily-Rose Depp. E con l’aiuto di un mitico sceneggiatore come Jean-Claude Carrière, tratteggia il protagonista Abel come un uomo incerto, incapace di decidere, sempre dominato dagli eventi e dalle scelte degli altri e delle altre. Un film godibile con un lato thriller
Dopo Les deux amis (2015) Louis Garrel torna alla regia e per il suo secondo film, L’homme fidèle, sceglie di mettersi al centro di un triangolo amoroso, forse dopo l’imprinting attoriale in The dreamers (2003) del maestro Bernardo Bertolucci. Ma da quei tempi la crescita della maturità artistica è evidente: infatti il film è un’ottima commedia che nasce dall’incontro tra il regista-protagonista, già portatore di un’illustre dinastia cinematografica, e lo sceneggiatore Jean-Claude Carrière, una leggenda vivente che, insieme al regista Luis Buñuel, ha fatto la storia del cinema sfidando le convenzioni borghesi con la sua scrittura geniale.
Anche qui, nella scrittura risiede il tesoro prezioso del film. Infatti, dopo aver sorvolato Parigi in un movimento di camera che ricorda l’inizio de I 400 colpi di François Truffaut, ci ritroviamo davanti al primo dialogo del film: Marianne (Laetitia Casta) annuncia ad Abel (Louis Garrel) di essere incinta. Non di lui, però, ma del suo migliore amico Paul. Con cui si sposerà. Tra dieci giorni. Un piccolo capolavoro di surreale ironia grazie al quale il pubblico cambia stato d’animo al ritmo delle espressioni di Abel, prima emozionato, poi deluso, poi confuso, presto rassegnato.
Ma come si apprenderà subito dopo, il film non parla di una rottura, ma della tenacia dell’amore di Abel per Marianne, perché dopo la morte di Paul, che avviene nove anni più tardi, torna possibile la storia tra il protagonista e la bella e passionale femme fatale. A disturbare l’amore ritrovato ci sarà la sorella diciannovenne di Paul, Eve (Lily-Rose Depp, di nuovo sul set con Garrel dopo Planetarium), segretamente innamorata di Abel fin da bambina. Ecco che Garrel risulta davvero coraggioso – o davvero vanitoso? – a porre se stesso al centro di questo triangolo, e a spingere la situazione al paradosso: è Marianne a consigliare al fedele amante di andare a letto con la giovane e attraente Eve. Così il protagonista accetta la proposta come un gioco amoroso, non sapendo ancora che il sentimento di Eve ha più a che fare con l’ossessione che con l’amore, e questo rimescolerà ancora le carte in gioco.
L’intelligenza di Garrel, sia interpretativa che di scrittura, qui sta tutta nello sminuire il suo carisma, il suo sex appeal a favore di un personaggio teneramente goffo, così da non trasformare mai il film in una facile fantasia maschile sul menage à trois. Infatti Abel sembra un Woody Allen francese: imbranato, incapace di decidere, sempre dominato dagli eventi e dalle scelte degli altri. Marianne, al contrario, è una donna forte, volitiva, che guida l’intreccio giocando con tutti i personaggi in scena, ma senza finire mai nello stereotipo della manipolatrice bella e senza sentimenti. Eve, d’altra parte, è completamente sottomessa dal desiderio di amare Abel, a tal punto da non riuscire ad apprezzare il piacere della conquista, una volta ottenuta l’attenzione dell’uomo.
A infrangere brillantemente questo triangolo c’è la performance del piccolo Joseph Engel, che interpreta il figlio di Marianne, concepito nove anni prima forse con Paul o forse con Abel. Con uno sguardo adulto, impenetrabile, e con dialoghi provocatori e spiazzanti, Joseph riesce ad impreziosire ogni scena in cui appare, aggiungendo anche una tinta thriller alla trama del film. Questa piccola e attorcigliata vicenda amorosa, premiata al Festival di San Sebastian, si racconta agli spettatori in 75 minuti leggeri che sembrano un regalo, in formato 35 mm, di un cinefilo ad un amico.
L’uomo fedele, di Louis Garrel, con Laetitia Casta, Lily-Rose Depp, Joseph Engel, Louis Garrel, Vladislav Galard, Bakary Sangaré, Kiara Carrière, Diane Courseille