L’enigmatica commedia di Èric-Emmanuel Schmitt vede un irascibile misantropo dal grilletto facile, vincitore del premio Nobel per la letteratura, Abel Znorko, dialogare aspramente e reagire…
L’enigmatica commedia di Èric-Emmanuel Schmitt vede un irascibile misantropo dal grilletto facile, vincitore del premio Nobel per la letteratura, Abel Znorko, dialogare aspramente e reagire alle pungenti parole di Erik Larsen, giornalista alle prime armi, che lentamente svela il proprio talento da stratega, tendendo trappole sotto forma di provocazioni verbali che fanno leva sul carattere facilmente infiammabile dello scrittore.
Lo scrittore e drammaturgo belga, Schmitt, si configura come uno tra gli autori più rappresentati a livello europeo; le tematiche da lui proposte sono semplici nella loro complessità: la psicologia dell’uomo e l’inestricabile e imprevedibile matassa di fili che costituisce lo spettro delle emozioni umane.
Il talento del belga sbarca anche in Italia a partire dal 1995 con “Il visitatore” che vede affiancarsi Kim Rossi Stuart e Turi Ferro, sotto la direzione di Antonio Calenda. “Variazioni enigmatiche” vede una delle sue prime rappresentazioni nostrane grazie alla regia di Glauco Mauri.
Znorko conduce da tempo una vita più simile a quella di un’eremita, essendosi ritirato su un’isola del mare della Norvegia e sentendosi vivo solamente grazie al nutrimento che gli deriva da una focosa corrispondenza epistolare con la poco attraente donna con cui condivide una storia d’amore.
Attraverso una riuscita analisi della fragilità umana che ha luogo in un nostalgico e colto salotto, i personaggi si contendono lo spettatore in un tiro alla fune tra ironia, crudeltà ed emozioni che prende in esame i pro e i contro derivanti dal sesso e dall’amore, dalla vita e dalla morte. L’immedesimazione è assicurata e appare ben riuscita la caratterizzazione di due emotività contrapposte ma accomunate da un elemento nascosto.
Il tutto è arricchito dall’abilità tecnica degli attori: dalla vasta esperienza di Saverio Marconi alla credibilità manifestata dal personaggio interpretato da Gian Paolo Valentini.
Variazioni Enigmatiche prende nome dalla composizione del musicista inglese Edward Elgar: 14 variazioni su una melodia apparentemente irriconoscibile, facendo appunto riferimento all’impossibilità di capire fino in fondo quali siano i meccanismi che regolano i rapporti umani e lasciando il finale aperto alla possibilità, del singolo spettatore, di decidere le sorti di Abel Znorko ed Erik Larsen.