La Galleria NUMM Contemporary Art di Casale Monferrato propone fino al 22 settembre, contemporaneamente in sei comuni del Monferrato Casalese, le opere dell’artista Vincenzo Paonessa. Una vera e propria costellazione di mostre che parte dalla galleria e si dissemina sul territorio del Monferrato Casalese dove Paonessa, tra le storiche piccole chiese dei Comuni di Treville, Cella Monte, Frassinello, Olivola e Ottiglio, ha lasciato opere che, come indicazioni imperfette di indizi esistenziali, aprono a ognuno la propria via tra illuminazione e fatica.
C’è qualcosa di fisiologicamente primordiale, nel lavoro e nella figura di Vincenzo Paonessa. Un istinto profondo che lo lega alla Natura e ai suoi cicli e ne muove le pulsioni, in una creatività ermetica che svela il nascosto quasi in preda a degli automatismi sciamanici, archetipici e surrealisti assieme. Da lui, dalla sua figura e dalla sua opera, emana uno spessore mitologico profondissimo, che racchiude l’insaziabilità del gesto fisico del satiro a cui la folta barba lo accomuna; le correnti e le onde che, in mare e nell’anima, tormentano Scilla; e l’infinito viaggio di Ulisse, insaziabile e disperato esploratore, che sempre viaggia e sempre sogna il ritorno. E richiama, somma dei precedenti, Ermes, il messaggero degli dei, il dio dei viaggi e dei ladri che accompagna agli inferi le anime dei defunti.
È tutto questo, Paonessa, e il suo opposto. Da una parte l’esplorazione dei boschi e delle spiagge, la raccolta di elementi naturali e la costruzione di simulacri, oggetti carichi di un significato simbolico che arriva all’artista, così come al suo pubblico, sussurrato direttamente da Demetra, dea della Natura. Dall’altra lo struggimento per la continua perdita di quegli stessi simboli, delle visioni e dei luoghi, spostati e scompaginati da un vento sottilissimo che piega gli alberi e scorre nelle vene. Un’agitazione muove il gesto del raccoglitore di rami, ossa, foglie e visioni; un rimpianto lo spinge a disegnare mappe bellissime e inutili, del cielo, del mare e della terra, nel tentativo consapevolmente vano di ritrovare la strada che faccia riaffiorare ogni volta, Madeleine primordiale, lo stupore e la meraviglia, la tempesta e la passione, il silenzio e l’abbandono.
C’è poi un Paonessa uomo e artista, al di là del ruolo antropologico, che conosce le regole dell’arte e della composizione, dell’equilibrio e dell’effetto. Un artista che riconosce l’importanza di una tecnica studiata e poi sviluppata in declinazioni personali e che segue con estrema, amorevole cura il suo lavoro, preciso fino al dettaglio più minuto. Ed evoca i Maestri, suoi e nostri, dal grande sciamano difensore della natura Joseph Beuys all’apparentemente leggero ma profondissimo Joseph Cornell, conditi di quel giusto di Arte Povera e lasciati a macerare nell’esperienza e nella salsedine.
Ecco allora che Paonessa, artista lucido e viandante inquieto, un po’ Ermes e un po’ Pollicino, una volta partito dalla sua Magna Grecia dissemina il percorso di indizi, di squarci, di indicazioni che formano un percorso antropologicamente sacro, come la Via Francigena o il Cammino di Santiago. Un percorso partito dalle rive dello Jonio, passato per la Mantova dei miti dell’acqua e del brigantaggio fino, oggi, alle dolci colline del Monferrato, dai riflessi di velluto cangiante e muschio umido, dalla durezza morbida e inamovibile come quella dei suoi abitanti.
“Rami Erratici, Viaggiatore tra Natura e Cosmo” è il progetto a cura di Paola Artoni con cui Vincenzo Paonessa irrompe in cinque comuni del Monferrato Casalese con installazioni dal sapore allusivo ed esoterico, opere non chiuse ma apertissime, indicazioni imperfette che aprono a ognuno la propria via tra illuminazione e fatica, tra piedi che si sporcano di terra e sguardo, leggero, al cielo. Planimetrie stellari, fratture e ricomposizioni, umili cavoli che nell’ascesa a spirale dei frattali rivelano la struttura segreta della vita. E rami lunghi e sbilenchi come i vincastri del messale, guida dei viaggiatori e strumento per i pastori, infissi in porzioni di capitello in gesso alabastrino che invadono, adattandosi e svelandoli, ognuno dei luoghi che li ospitano, con un’aura di mistero e possibilità.
Un viaggio che si ammassa in un grumo di memorie alla galleria NUMM Contemporary Art di Casale Monferrato, che fortemente ha voluto portare questo dono alla comunità e al territorio. Partenza e arrivo del percorso dove mappe e simulacri, con forza ed eleganza, rimandano a quei viaggi. Mappe che non portano da nessuna parte e quindi ovunque, cucite, incollate e piegate, frastagliate di parole e deviazioni, assemblate coi legni consumati dal mare, con le ossa sputate dalla sabbia, con le foglie cadute e pestate. Nostalgia e speranza. Staticità e desiderio. Quasi come se Ulisse, prigioniero di Circe, non abbia potuto far altro che ricordare, ricamando e scolpendo, quel mondo che, fuori e dentro di lui, ricorda con urgenza che il viaggio non è finito. Almeno finché Mercurio, o qualche altro dio, non ci dica “fermati, che continuo io”.
In copertina: Vincenzo Paonessa, Installazione, 2022, legno, alabastro ceramico, misure variabili, courtesy l’artista e NUMM Contemporary Art