Dopo “Hunger”, “Shame” e “12 anni schiavo”, il 49enne regista londinese gira un thriller dalle venature divertenti su quattro signore, rimaste vedove dei coniugi malviventi dopo una rapina finita male, che devono prendere il posto dei consorti per pagare un debito con creditori non esattamente perbene e gentili. Viola Davis, Oscar 2016 per “Fences- Barriere” guida un cast al femminile in cui Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki, Cynthia Erivo fanno egregiamente la loro parte, come i big maschili del cast, da Liam Neeson a Colin Farrell, a Robert Duvall, ma non sono da meno Bryan Tyree Henry e Daniel Kuluuya. La forza del film però sta nel ritmo, nella fantasia, nelle soluzioni originali di regia
Prima di andare a vedere Widows di Steve McQueen ho dato un’occhiata ai commenti delle riviste americane, e quando qualcuna di loro asseriva che era anche un film divertente, mi sono stupita. Ora, con tutto l’amore, “divertente” non è un vocabolo che mi verrebbe in mente pensando a McQueen che fra i digiuni di Hunger, il sesso cupo di Shame e le frustate di 12 anni schiavo non brilla certo per leggerezza. Infatti anche Widows non è esattamente una commedia. E per fortuna, mi verrebbe da dire: qui non siamo di fronte a Ocean’s Eleven. Non ci sono i piacionismi di George Clooney a farci sbavare, ma la mano formidabile di McQueen si fa sentire garantendoci grandi risultati.
La storia racconta di quattro donne che dopo la morte dei loro mariti durante una rapina andata male sono costrette a prendere il loro posto per restituire due milioni di dollari ai cattivissimi gangster a cui i loro mariti hanno rubato i soldi. La prima protagonista è Viola Davies che interpreta Veronica, la moglie del capo dei banditi. È a lei che si rivolge Jamal Manning (Brian Tyree Henry), ex gangster in cerca di un futuro in politica, che rivuole i suoi soldi, necessari per pagarsi la campagna elettorale. Di fronte alle minacce, perpetrate in maniera orribilmente convincente da Jatenne, fratello di Jamal, Veronica riunisce le altre vedove e le coinvolge in un colpo finale per resettare il debito e forse, chissà, guadagnarci qualcosa e iniziare una nuova vita.
Le mogli sono molto diverse fra di loro. Veronica è un’ex insegnante sindacalista, una donna raffinata, elegante, forte. Un personaggio sinceramente un po’ improbabile (un’insegnante sindacalista che sta con un criminale che ricicla i soldi sporchi per i politici?), ma che grazie alla personalità di Viola (Oscar 2016 per Fences – Barriere) riesce comunque a risultare credibile. Così tanto da convincere anche le altre a partecipare al colpo grosso. Non hanno molte altre opzioni. L’ispanica Linda, intensamente interpretata da Michelle Rodriguez (star del serial cinematograficoFast & Furious), accetta perché il marito l’ha lasciata senza un quattrino e con due figli a carico. Alice, una bellissima e talentuosa Elizabeth Debicki, (Il grande Gatsby) si unisce alla banda perché la scelta è fra iniziare a prostituirsi come le suggerisce la madre e il crimine. A loro si aggiunge Belle, Cynthia Erivo, (Step) anche lei madre single che vorrebbe portare la figlia lontano dalla violenza di Chicago, dove il film è ambientato.
Il set non è una scelta casuale. La città è spietata e le quattro donne disperate non hanno neanche il tempo di piangere i loro questionabili consorti, perchè la vita le sbatte subito contro una realtà violenta e impietosa verso il loro dolore, che ha modo di intrufolarsi fugacemente solo come un ricordo, una tana luminosa in un’oscurità dell’animo e delle immagini notturne. Sullo sfondo, una guerra fredda e senza esclusioni di colpi fra coloro che per anni sono stati i padroni del 18esimo distretto, la famiglia bianca irlandese dei Mulligan (con due grandi, Robert Duvall nella padre del Senior e Colin Farrell, sempre più bravo, in quella del Junior) e i nuovi arrivati, i neri Jamal e Jatenne Manning. Nessuno è buono e diciamolo, neanche le nostre donne, che però non hanno altra scelta.
McQueen è un grande regista e la regia, in questo thriller abbastanza atipico, è forse la cosa più bella di tutte. A partire dalla direzione degli attori fino alle mille soluzioni trovate per raccontare la storia in maniera non convenzionale. Per esempio c’è un’intera conversazione fra i Mulligan senior e junior che avviene in auto, ma tutta la ripresa è fatta dal cofano della macchina, con la macchina da presa che scruta il quartiere, mentre le due voci fuori campo decidono le sorti di chi ci abita: da sola vale il prezzo del biglietto. E poi ci sono i flash back di Veronica che ripensa al marito, Liam Neeson. Nel loro appartamento candido, in bagno o a letto, in un tripudio di bianchitudine insomma, la pelle nera di Viola Davies rompe rivoluzionariamente il clichè della coppia wasp, rivendicando tutta la sua importanza di donna, di nera, di giusta.
Semmai il vero problema del film, per carità superabilissimo, sta in certe assurdità del plot, scritto da McQueen insieme a Gillian Flynn, basandosi su una serie tv inglese di Lynda LaPlante. Gillian Flynn, se non lo ricordate, è l’autrice di Gone Girl, che fra libro e film ha incassato lodi sperticate e soldi a palate. Quindi ha ragione lei, chi sono io per dire qualcosa. Ma così come il plot di Gone Girl secondo me non stava in piedi, anche il tentativo di riassumere un’intera serie in un film di due ore, apre falle di senso non indifferenti. Del fatto che Veronica potesse essere la moglie di un bandito, ne abbiamo già parlato. Ma anche perché la polizia non pensi mai di controllare i movimenti delle vedove di pericolosi criminali, non è dato saperlo.
Forse si dà per scontato il fatto, come dichiara Veronica nel film, che: “La cosa migliore che abbiamo è essere donne, nessuno pensa che abbiamo le palle per farcela”. E infatti ce la fanno, ma io sono ancora qui che mi stupisco di come sia potuto succedere, anche se tutto viene costruito intorno a un taccuino lasciato in eredità dal marito a Veronica, con dettagliate istruzioni per un nuovo colpo. Ma siamo al cinema e se di arte del cinema si parla, allora Widows è un bel film che mantiene con maestria la tensione, con attori eccezionali (fra i tanti, la cattiveria di Jatenne/Daniel Kaluuya è davvero da premio) e immagini esplosive. Enjoy it.
Widows di Steve McQueen, con Viola Davis, Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki, Cynthia Erivo, Daniel Kaluuya, Colin Farrell, Robert Duvall, Liam Neeson, Brian Tyree Henry