“Un colpo di fortuna” è il film n. 50, e tutto francese, dell’85enne regista, che racconta l’imprevedibile crisi coniugale di una coppia all’apparenza perfetta: ricca, innamorata, felice. Al di là delle vicende e dei protagonisti affiora il suo consolidato pessimismo nei confronti dell’esistenza vista come casuale, aleatoria, poco nelle mani del genere umano. Il suo film sconta un po’ di già visto (“Crimini e misfatti”, “Match Point”), ma il livello artistico è sofisticato, anche grazie alla smagliante fotografia di Storaro
Jean e Fanny, i protagonisti di Un colpo di fortuna, il nuovo film tutto francese di Woody Allen, sembrano una coppia perfetta: ben assortita, ricca e innamorata. Lei è bellissima, elegante, sexy, un’autentica moglie-trofeo da esibire in società con grande orgoglio. Lui è ricco, anzi ricchissimo, e il suo mestiere proprio in ciò consiste: rendere ancora più ricchi quelli che già possiedono immense ricchezze. Jean e Fanny sono felici? Certo, lo sembrano, ma l’apparenza inganna, lo sappiamo bene. Jean e Fanny Fournier vivono in una casa parigina immensa e lussuosa, con tanto di cameriera in grado di prevenire ogni più piccolo desiderio; possiedono una villa in campagna altrettanto meravigliosa e circondata di cervi che non vedono l’ora di farsi impallinare dal padrone di casa (provetto cacciatore, ovviamente!); in generale, hanno a disposizione più soldi di quanti riescano a spenderne. Un’ottima imitazione della felicità, in effetti. Ma è sufficiente che Fanny un giorno, per caso, incontri un vecchio compagno di liceo per rimettere tutto (drammaticamente) in discussione. Perché alla fine, come cantava John Lennon, “La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altri progetti”.
Woody Allen è arrivato al suo cinquantesimo film e sembra aver deciso di dire fino in fondo quello che pensa della vita. “La vita è una grande farsa” fa dire a uno dei protagonisti, “una variabile aleatoria”. Già il fatto stesso di essere vivi è un miracolo. Tutto il resto dipende dal caso, dalle coincidenze, dalla fortuna. Nessun merito, dunque? Parrebbe proprio di no! Per quanto ci possiamo sforzare e agitare, l’universo resta sovranamente indifferente ai nostri destini. In fondo non ha cambiato idea: Woody Allen le ha già dette tante volte queste stesse cose. E le ha dette meglio. Match Point e Crimini e misfatti, i due film che vengono inevitabilmente in mente, erano più precisi, taglienti, riusciti, magnificamente perfidi.
Coup de Chance si lascia seguire con piacere, ma non riesce a catturarci fino in fondo. Somiglia un po’ al trenino di Jean, il marito della protagonista: un giocattolo sontuoso, colorato, divertente, ma che smarrisce un po’ di anima a ogni giro. E alla fine vedere i vagoncini che girano e girano e girano, ti lascia una sensazione di inutilità. Quasi. Perché Woody Allen ha dalla sua un’ironia e uno stile impareggiabili, e anche se non riesce (più) a sorprenderci, continua a offrirci oggetti cinematografici sofisticati e fascinosi, illuminati dalla smagliante fotografia di Vittorio Storaro e deliziati dalle sinuose note jazz della colonna sonora. Insomma, una variazione sul tema. Niente di più, niente di meno. Per chi da decenni ama il cinema di Allan Stewart Königsberg, alias Woody Allen, resta comunque una visione imperdibile.
Un colpo di fortuna – Coup de chance di Woody Allen, con Lou de Laâge, Melvil Poupaud, Niels Schneider, Valérie Lemercie, Elsa Zylberstein, Grégory Gadebois